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Milano, danza creativa, bambini, prima infanzia, mamma e bambino, asili nido

Laboratori artistici mamma e bambino

damzaterapia metodo Maria Fux Valentina Vano

Anne Geddes Photography

MOVIMENTO CREATIVO
ispirato alla danzaterapia di Marìa Fux

Intervista a Valentina Vano

Valentina Vano è artista e danzaterapista italiana specializzata in danza contemporanea orientata alle nuove forme di movimento. Si è formata a Buenos Aires nello Studio di Danza Creativa della coreografa argentina Maria Fux con la quale ha condiviso anche il palcoscenico. Titolare di una borsa di studio vitalizia presso l’omonimo Studio, ha portato a termine l’intero percorso formativo e i numerosi anni di specializzazione in Argentina sotto la guida di Maria Fux che ne ha curato personalmente anche la supervisione. Dopo una lunga esperienza lavorativa a Buenos Aires è tornata in Italia e attualmente insegna nella città di Milano nella maniera più fedele possibile alla scuola della Maestra creatrice dell’originale metodo artistico di movimento, improvvisazione e riabilitazione.

Potrebbe illustrarci a grandi linee il suo percorso artistico e professionale e fornire alcuni elementi biografici?

Sono sempre stata immersa nell’arte e a livello formativo tutto il mio percorso è stato segnato da continui stimoli artistici, dalla disciplina, dal piacere della pratica costante e dall’osservazione dei processi creativi e dell’estetica in genere. Nel 2003 ho incontrato Marìa Fux e ho sentito che il mio linguaggio artistico doveva essere quello della danzaterapia. Dopo diversi viaggi in Argentina (Maria Fux vive ed esercita la propria professione nella città di Buenos Aires), ho deciso di trasferirmi lì per intraprendere il percorso di formazione, specializzazione e avviamento alla professione accanto alla celebre danzatrice e coreografa argentina con la quale ho condiviso anche il palcoscenico. Sono rientrata in Italia nel 2010 e attualmente svolgo attività di danzaterapista nella città di Milano, sia nella formazione di operatori del settore, sia in centri diurni per disabili, case di riposo, asili nido, carceri, reparti di oncologia e scuole elementari.

Qual è secondo Lei il pensiero che sta alla base del “Metodo Fux?”

Attraverso questa metodologia che utilizza la musica e la creatività nel movimento, passando attraverso il limite che è patrimonio di tutti, quando il corpo si apre e decide di esprimersi, il cambiamento è sempre possibile. Un altro dei fondamenti del metodo Fux è senz’altro l’accettare la danzaterapia come percorso e che quindi c’è bisogno di molto tempo affinché i benefici si possano consolidare.

Qual è la sua definizione di movimento?

Il movimento: “Mi muovo per soddisfare un bisogno”. La danza: “Mi muovo per soddisfare un piacere”. Quando non c’è piacere, non c’è danza ma solo movimento e ripetitività, a prescindere da quanto possa essere mirabile la performance tecnica.

Potrebbe parlare della sua esperienza “sul campo” con i bambini dagli 0 ai 3 anni?

Con bambini così piccoli è necessario creare un clima di magia attraverso la musica, accuratamente selezionata per le esigenze del gruppo, valorizzando i materiali (semplici e di uso quotidiano) propri della metodologia. Si deve svolgere un profondo lavoro sullo spazio, che non dovrà mai essere troppo grande, suddividendolo in “zone sceniche” diverse per creare delle vere e proprie “isole di curiosità”. I contorni di ogni area devono essere ben marcati per introdurre ai più piccoli, il concetto di fondamentale di limite.

I tempi di un incontro di questo tipo sono generalmente non superiori ai 30-40 minuti. La caduta di concentrazione dei bambini deve essere colta e accolta con prontezza e contrastata attraverso il cambio di musica, di ritmo e/o di scenografia. E’ importantissima la valorizzazione del suono e del materiale che si sta utilizzando (piuma, palloncino, tessuto…) attraverso il corpo in movimento. Possiamo incontrare l’allegria, la velocità, la confusione ma anche l’ordine e il rispetto, la rabbia, la paura e il pianto, sempre attraverso il corpo in movimento. Tutto viene filtrato dal gruppo e contenuto dal setting altamente rassicurante.

Quali sono (o possono essere) da un punto di vista psicomotorio, emozionale e relazionale, gli effetti positivi riscontrabili sui piccolissimi, attraverso il metodo di Maria Fux?

La danza creativa è ideale per i bambini (dal nido alle elementari) nei quali stimola la creatività, l’intelligenza e l’acquisizione della coscienza del proprio corpo; facilita il riconoscimento e l’accettazione dei limiti imposti nelle differenti circostanze e abitua il gruppo di piccoli danzatori al rispetto delle gerarchie e degli accordi presi non verbalmente tra individuo e individuo e tra individuo e genitore.

La danza creativa nei bambini incrementa inoltre la capacità di percezione e propriocettività, favorisce l’allineamento della colonna vertebrale, ripristina e consolida l’assetto di una buona postura del corpo e rende i muscoli più tonici.

In quei bambini che soffrono di lievi difficoltà respiratorie o allergiche, la danza creativa aiuta a liberare le fasce muscolari che potrebbero impedire una corretta respirazione. Migliora l’agilità e la flessibilità, aiuta il rilassamento e soprattutto nei casi di bambini molto inquieti è un modo per scaricare le energie accumulate durante le giornate trascorse in spazi troppo piccoli.

La danza creativa incrementa inoltre la velocità di reazione del corpo, migliora l’equilibrio e la coordinazione psicomotoria. Stimola l’intuito attraverso l’arricchimento sensoriale e consente l’apertura di nuove vie di risoluzione “creativa” di problemi (problem solving), rendendo la mente lucida e predisposta al buon umore e all’entusiasmo.

Attraverso la sensibilità del docente viene affrontato anche uno specifico e delicato lavoro sul mondo emozionale; la musica può richiamare facilmente immagini contrastate, canalizzando al suo interno “personaggi” come l’allegria, la paura, l’amore, l’ira, la vergogna, la felicità, l’ansia, la sorpresa, l’attesa, la gelosia, l’invidia, la privazione e l’euforia.

Alcune delle principali tematiche lavorate nel corso degli incontri di danza creativa sono sicuramente il ritmo, la creatività, la spontaneità, il peso del corpo, ma nonostante la tenera età e per la gioia dei piccoli danzatori, verranno introdotte vere e proprie tecniche d’improvvisazione con il costante ricorso all’utilizzo del linguaggio poetico e di un mondo simbolico comprensibile anche dai più piccini; tutto ciò alternato a momenti di profondo rilassamento, respirazione e quiete.

Anne Geddes Photography

Per informazioni generali:


Valentina Vano,
Danzaterapia & Movimento Creativo
Milano, MI, Italy
tel: 339.4805.033


SITO WEB: www.metodomariafux.com


E-MAIL: valentinavano@hotmail.com


ARTICOLI PUBBLICATI:




Lezioni di danzaterapia individuali e di gruppo.


Per: adulti, bambini, terza e quarta età, attori, danzatori, cantanti lirici; disabilità, psichiatria, disagio, disturbi dell’ansia.


Seminari di formazione per operatori del settore e di pedagogia musicale per affinare un corretto ascolto della musica e sviluppare una maggior sensibilità alla percezione del suono.


Il Metodo applicato (Fux) è rigorosamente artistico e non si basa su contenuti psicoterapeutici.

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Metodo Fux per i più piccini: il Movimento Creativo

Valentina Vano Maria Fux Danzaterapia Danza Creativa

“I miei capelli danzano con me”

Prof.ssa Valentina Vano

Danzaterapia & Movimento Creativo

Milano, MI, Italy

Diploma in danzaterapia metodo Marìa Fux conseguito presso lo Studio di Danza Creativa della Danzatrice Maria Fux, avenida Callao 289, Buenos Aires (Argentina)

SITO WEB: www.metodomariafux.com

E-MAIL: valentinavano@hotmail.com

telefono: 339.4805.033

Valentina Vano è artista e danzaterapista italiana formatasi a Buenos Aires nello Studio di Danza Creativa della coreografa argentina Maria Fux. Titolare di una borsa di studio vitalizia presso l’omonimo Studio, ha portato a termine l’intero percorso formativo e i numerosi anni di specializzazione in Argentina sotto la guida di Maria Fux che ne ha curato personalmente anche la supervisione. Dopo una lunga esperienza lavorativa in Argentina è tornata in Italia e attualmente insegna nella città di Milano divulgando il metodo di Maria nella maniera più fedele possibile agli insegnamenti della Maestra creatrice dell’originale sistema di riabilitazione.

Esperienza di Movimento Creativo:
in cosa si differenzia il Movimento Creativo dalle tradizionali proposte di danza?

Per comprendere meglio questa semplice disciplina é utile ricordare il significato della parola coreografia:

“La coreografia è l’arte di comporre danze e balletti per mezzo di passi e figure; si può pensare alla coreografia come una vera e propria partitura musicale attraverso la quale il danzatore esegue più o meno ripetitivamente sequenze di passi e movimenti che ricorda a memoria. Il termine è di origine greca ed è composto da choreia (danza) e da graphè (descrizione)”.

Movimento Creativo non è affatto coreografato mentre lo sono i corsi di danza tradizionali, come la danza classica e quella moderna. Queste ultime enfatizzano l’apprendimento di una tecnica ben codificata e predilogono strutture di movimento ripetitive dove protagonista è il corpo che supera se stesso compiendo determinati esercizi di bravura.

Nel Movimento Creativo, al contrario, il livello di complessità si sposta decisamente su un altro piano: viene dato massimo rilievo all’apprendimento del processo d’improvvisazione di danze sempre nuove. La difficoltà risiede nella messa in pratica di tecniche di movimento immediato assai lontane dalla meccanicità del  “già-conosciuto” (coreografia) per andare incontro, sotto la guida dell’insegnante, alla scoperta del nuovo. Improvvisare significa “che-non-posso-ripetere-ciò-che-ho-appena-fatto”; il Movimento Creativo non riporta  mai ad un vissuto mnemonico ma ad una ricerca sincera dentro di sé, nel corporeo della musica e dello spazio, per reperire le risorse che porteranno il corpo a vivere una danza perfetta perchè personale, lontana da stereotipi di nessun tipo, nè accademici, nè ancor peggio televisivi (come sempre di più si registra dall’osservazione delle sequenze motorie dei più piccini).

Arricchita con elementi di gioco danzante, immagini e materiali come il colore, la piuma o i palloncini, il laboratorio di Movimento Creativo sorprende costantemente il corpo dell’alunno portandolo lontano dalla noia per raggiungere con facilità una coscienza più sincera del proprio movimento. Una coscienza più sincera del proprio movimento si denomina “Forma”.

Valentina Vano Danzaterapia Danza Creativa Maria Fux

La Forma del proprio movimento rappresenta ciò che di più esclusivo ed intimo il piccolo danzatore possa mostrare, verrà valorizzata la sua Unicità come creatura danzante e con questa affermazione personale sarà possibile per lui collocarsi con allegria in seno al gruppo e condividere la musica con i compagni rispettando il loro movimento, il loro spazio e il loro desiderio/diritto di provare la stessa gioia che anche lui sta sperimentando danzando.

Ma il Movimento Creativo non è solamente il gioco, la musica e l’allegria di stare insieme muovendosi;  é curiosità per le piccole cose, valorizzazione del compagno, di un gesto, di un frammento musicale, è riempire di significato ciò che si ha a disposizione .

Ecco perché l’esperienza del Movimento Creativo è assai consigliata addirittura nei bambini sotto i 3 anni quando sarebbe impensabile proporre loro la pratica di discipline tradizionali ed è considerata eccezionale da mamme e bambini nella fascia d’età che arriva fino ai limiti della preadolescenza.

La Creatività comprende e valorizza le attitudini, la forza, l’espressione delle doti e dei talenti nascosti nel bambino.

La danza è uno spazio che permette d’incontrare se stessi attraverso la musica e il movimento; essendo innata in tutti gli esseri umani è uno strumento essenziale perchè il bambino esteriorizzi al massimo le sue potenzialità. L’espressione del suo pensiero creativo per mezzo della danza  coinvolge tutto lo schema corporeo e permette di comunicare con il corpo assimilando il movimento come una esperienza di allegria, fiducia e libertà d’incontro con gli altri.

In conclusione la stimolazione attraverso il vissuto del Movimento Creativo ha come obiettivo principale contribuire allo sviluppo integrale della Fantasia ed Immaginazione esercitando la coordinazione, il ritmo, la lateralità, l’equilibrio, sensibilizzando l’ascolto musicale attraverso dinamiche sempre rinnovate e attività ludiche sotto la guida di un insegnante esperto, meglio ancora se specializzato.

Per informazioni generali:


Valentina Vano,
Danzaterapia & Movimento Creativo
Milano, MI, Italy
tel: 339.4805.033


SITO WEBwww.metodomariafux.com


E-MAIL: valentinavano@hotmail.com


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Lezioni di danzaterapia individuali e di gruppo.


Per: adulti, bambini, terza e quarta età, attori, danzatori, cantanti lirici; disabilità, psichiatria, disagio, disturbi dell’ansia.


Seminari di formazione per operatori del settore e di pedagogia musicale per affinare un corretto ascolto della musica e sviluppare una maggior sensibilità alla percezione del suono.


Il Metodo applicato (Fux) è rigorosamente artistico e non si basa su contenuti psicoterapeutici.

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CRESCERE con la danza creativa

Maria Fux Danza Creativa Valentina Vano Danzaterapia

“Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”

Prof.ssa Valentina Vano

Danzaterapia & Danza Creativa

Milano, MI, Italy

Diploma in danzaterapia metodo Maria Fux conseguito presso lo Studio di Danza Creativa della Danzatrice Maria Fux, avenida Callao 289, Buenos Aires (Argentina)

www.metodomariafux.com

valentinavano@hotmail.com

telefono: 339.4805.033

Valentina Vano è artista e danzaterapista italiana specializzata in danza contemporanea orientata alle nuove forme di movimento. Si è formata a Buenos Aires nello Studio di Danza Creativa della coreografa argentina Maria Fux con la quale ha condiviso anche il palcoscenico. Titolare di una borsa di studio vitalizia presso l’omonimo Studio, ha portato a termine l’intero percorso formativo e i numerosi anni di specializzazione in Argentina sotto la guida di Maria Fux che ne ha curato personalmente anche la supervisione. Dopo una lunga esperienza lavorativa a Buenos Aires è tornata in Italia e attualmente insegna nella città di Milano nella maniera più fedele possibile alla scuola della Maestra creatrice dell’originale metodo artistico di movimento, improvvisazione e riabilitazione.


Il confine del mio corpo è il mio confine


… ma cosa vuol dire allora la parola “LIMITE” ?

“Limite” vuole dire “confine”

… perchè è così importante stabilire “limiti” in generale ed in particolare nel bambino?

Un fenomeno è ben definito quando possiamo stabilire con assoluta certezza quello che è e quello che non è. Il bambino costruisce una sua identità ben definita quando sente ciò che è e ciò che non è, ciò che può fare e ciò che non può fare, o che deve fare e non deve fare. Solo in questo caso sa chi è, cosa lo differenzia dagli altri e non si confonde mai. Il riconoscimento del “limite” conferisce unità al sentire del bambino e al suo schema corporeo permettendogli di accettarsi e di muoversi adeguatamente nel proprio ambito e secondo le circostanze, ubicandolo in uno spazio di realtà. Inoltre il “limite” permette al bambino di comprendere chi è, con tutta la gioia o la delusione che accompagna questa scoperta. Delusione, se si credeva migliore di quello che effettivamente era. Gioia, se è riuscito ad intuire il suo essere unico, originale ed irripetibile e che in nessun modo corre il rischio di confondersi con gli altri. Inoltre la conoscenza di “quello che posso fare” e di “ciò che non posso fare” è il primo passo per la Creatività

… cosa c’entra la danza con il “limite” ?

Nella Danza Creativa il “limite” è il “confine” che non posso oltrepassare ma che posso spostare, me lo dice il gruppo mentre danza. E non solo. Limite è la conoscenza e l’accettazione del corpo che mi è toccato sapendo che non posso buttarlo via, cambiarlo o sostituirlo perché non mi piace ma che esiste la possibilità di poter crescere insieme a lui valorizzando quello che già sono o le mie capacità residue nel caso della disabilità. Questa scoperta diffonde sempre enorme piacere nel gruppo di danza e apre paesaggi sconfinati di espressività e quindi, ancora una volta dimostra che il “limite” si può spostare

… ma, in pratica cosa avviene in un incontro di Danza Creativa quando si lavora il “limite”?

Nella danza tutto passa per il corpo se no non è verità, per fare un esempio è come quando nei neonati la percezione del mondo esterno passa principalmente attraverso la bocca. Esistono moltissimi tipi di “limite” a cui il conduttore può ricorrere per sperimentare la sensazione di “non potere andare oltre”. Il più comune è il pavimento. Un lungo e profondo lavoro a terra accompagnato da una musica che infonda sicurezza al corpo, che lo contenga in un movimento lento (perchè il “limite” è lento!) può far comprendere al corpo che “non potere andare oltre” è una limitazione ma è anche una sicurezza. Il contatto con la terra definisce le forme e il peso del propio corpo accolto dentro a uno spazio protetto e a un contesto giocoso, il gruppo, dove ciascuno può sperimentare i movimenti cha già conosce affermando quello che già sa. Con il passare del tempo nasce la necessità e l’intuizione ad andare oltre, la fiducia si consolida ed il corpo si sente più libero, può andare alla ricerca di movimenti sempre nuovi, fino ad arrivare all’improvvisazione che nella Danza Creativa è la cosa più appagante.

… quindi che obiettivi ha nella Danza Creativa il lavoro sul “limite”?

E’ un circolo : il primo obiettivo è la percezione del contatto con una superficie solida che non si muove, come il pavimento, la parete, la sedia, che mi dà sicurezza e contenimento. Poi può arrivare “il limite” di un materiale esterno come può essere il colore di un tessuto che vuole danzare con me o la rigidità di una canna di bambù che non ha ancora imparato a muoversi. Con il passare della paura dovuta a non saper cosa fare con il corpo, arriva il “limite” interno, cioè il territorio delimitato dal confine della propria pelle. “Limite” può essere anche il ritmo incalzante della musica che mi sorprende e scatena i miei movimenti senza permettermi di rimanere statico, o di una melodia che mi lega indissolubilmente al suono della sua continuità. La scoperta del “limite”, poi, rappresentato dal corpo dell’altro, o dall’incontro con il mio spazio di danza che non è lo spazio di danza dove il mio compagno può esprimersi liberamente; anche lo sguardo è un limite, uno dei limiti più grandi! In tappe più avanzate del lavoro, quando il corpo ha preso confidenza con questa parola, “limite”, i piccoli danzatori non hanno più paura, il corpo sa già perfettamente che l’obiettivo principale si è trasformato. Ora la sfida è evitare la ripetizione! Allora può avvenire che il bambino, oramai maturo nel padroneggiare il movimento unico che lo contraddistingue, sposti la ricerca della sensazione di sicurezza che il corpo trovava nella reiterazione delle stesse sequenze motorie, alla ricerca di sicurezza dentro il “limite” che gli appartiene. Al termine del “viaggio” la fine coincide con l’inizio, con il ritorno a casa per ritrovare la fiducia nella terra, ripartendo da dove aveva cominciato. Come ho già detto, è un circolo.

… e che dire degli strumenti per raggiungere tali obiettivi?

La danza che diventa danza creativa; e il gruppo: tutto è possibile per il gruppo!

Danza Creativa, valentina vano, Maria Fux, danzaterapia

Marìa Fux

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I BAMBINI e la danza creativa

Valentina Vano Danzaterapia Maria Fux Danza Creativa

La danza è una delle rare attività in cui l’essere umano si trova totalmente impegnato: corpo, cuore e spirito. Per il bambino danzare è importante quanto parlare, contare o imparare la geografia. E’ essenziale per il bambino, nato danzante, non dissipare questo linguaggio sotto l’influsso di un’educazione repressiva e frustante o ancor peggio senza limiti.

Prof.ssa Valentina Vano

Danzaterapia & Danza Creativa

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Valentina Vano è artista e danzaterapista italiana specializzata in danza contemporanea orientata alle nuove forme di movimento. Si è formata a Buenos Aires nello Studio di Danza Creativa della coreografa argentina Maria Fux con la quale ha condiviso anche il palcoscenico. Titolare di una borsa di studio vitalizia presso l’omonimo Studio, ha portato a termine l’intero percorso formativo e i numerosi anni di specializzazione in Argentina sotto la guida di Maria Fux che ne ha curato personalmente anche la supervisione. Dopo una lunga esperienza lavorativa a Buenos Aires è tornata in Italia e attualmente insegna nella città di Milano nella maniera più fedele possibile alla scuola della Maestra creatrice dell’originale metodo artistico di movimento, improvvisazione e riabilitazione.

Gioco, danza, improvvisazione e una parola magica: Limite

Premessa:

Il nostro tempo e il nostro spazio sono caratterizzati da un’incapacità generalizzata di riconoscere e porre i benchè minimi limiti all’altro, sia esso un figlio, un’istituzione, un gruppo, un amico, un genitore o anche il proprio animale domestico.
Si assiste spesso e in diversa misura all’invasione fisica e psicologica del territorio altrui o allo sconfinamento in uno spazio non-proprio dove domande come “chi comanda chi?” oppure argomenti come “il mio spazio è diverso dal tuo spazio” diventano scomodi, fastidiosi e inopportuni.
Chi soffre di questo tipo di deficit, ovvero colui che non ha ricevuto limiti e non sa porre limiti, è predisposto e direi predestinato ad incappare in tutta una serie di problemi che col passare del tempo possono saturarne la personalità infiltrandosi nelle azioni quotidiane e quindi compromettendo uno sviluppo sano e armonico del proprio percorso di vita.

Il primo soggetto sociale ad essere investito dall’incapacità degli adulti di riferimento a porre limiti è il bambino.
Si scatena così il circolo vizioso che ben conosciamo. I professori dicono dei propri alunni: “Se in famiglia e nelle loro case è tutto possibile, cosa possiamo fare noi?”. I genitori rispondono: “La scuola è in crisi ed è proprio lì che nostro figlio apprende e coltiva le cattive abitudini. Non è colpa nostra”. Insomma tutti parlano del bisogno di metterli, questi limiti, ma è sempre l’altro che deve prendersi l’iniziativa di farlo per primo. Jaime Barylko, pedagogista argentino, ha provato a dare una spiegazione di questo comportamento incomprensibile (perchè deleterio) degli adulti: “ Il secolo XX è stato il secolo della permissività, un periodo nel quale i genitori che avevano sperimentato l’eccesso di autorità hanno creduto che il meglio che potesse accadere ai propri figli fosse la permissività. Questa permissività è stata anche avvallata da certe teorie psicologiche”.

Marìa Fux, Danza Creativa, Danzaterapia, Valentina Vano
Marìa Fux

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