www.ValentinaVano.DanzaCreativa.com

Milano, danza creativa, bambini, prima infanzia, mamma e bambino, asili nido

CRESCERE con la danza creativa

su luglio 25, 2010

Maria Fux Danza Creativa Valentina Vano Danzaterapia

“Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”

Prof.ssa Valentina Vano

Danzaterapia & Danza Creativa

Milano, MI, Italy

Diploma in danzaterapia metodo Maria Fux conseguito presso lo Studio di Danza Creativa della Danzatrice Maria Fux, avenida Callao 289, Buenos Aires (Argentina)

www.metodomariafux.com

valentinavano@hotmail.com

telefono: 339.4805.033

Valentina Vano è artista e danzaterapista italiana specializzata in danza contemporanea orientata alle nuove forme di movimento. Si è formata a Buenos Aires nello Studio di Danza Creativa della coreografa argentina Maria Fux con la quale ha condiviso anche il palcoscenico. Titolare di una borsa di studio vitalizia presso l’omonimo Studio, ha portato a termine l’intero percorso formativo e i numerosi anni di specializzazione in Argentina sotto la guida di Maria Fux che ne ha curato personalmente anche la supervisione. Dopo una lunga esperienza lavorativa a Buenos Aires è tornata in Italia e attualmente insegna nella città di Milano nella maniera più fedele possibile alla scuola della Maestra creatrice dell’originale metodo artistico di movimento, improvvisazione e riabilitazione.


Il confine del mio corpo è il mio confine


… ma cosa vuol dire allora la parola “LIMITE” ?

“Limite” vuole dire “confine”

… perchè è così importante stabilire “limiti” in generale ed in particolare nel bambino?

Un fenomeno è ben definito quando possiamo stabilire con assoluta certezza quello che è e quello che non è. Il bambino costruisce una sua identità ben definita quando sente ciò che è e ciò che non è, ciò che può fare e ciò che non può fare, o che deve fare e non deve fare. Solo in questo caso sa chi è, cosa lo differenzia dagli altri e non si confonde mai. Il riconoscimento del “limite” conferisce unità al sentire del bambino e al suo schema corporeo permettendogli di accettarsi e di muoversi adeguatamente nel proprio ambito e secondo le circostanze, ubicandolo in uno spazio di realtà. Inoltre il “limite” permette al bambino di comprendere chi è, con tutta la gioia o la delusione che accompagna questa scoperta. Delusione, se si credeva migliore di quello che effettivamente era. Gioia, se è riuscito ad intuire il suo essere unico, originale ed irripetibile e che in nessun modo corre il rischio di confondersi con gli altri. Inoltre la conoscenza di “quello che posso fare” e di “ciò che non posso fare” è il primo passo per la Creatività

… cosa c’entra la danza con il “limite” ?

Nella Danza Creativa il “limite” è il “confine” che non posso oltrepassare ma che posso spostare, me lo dice il gruppo mentre danza. E non solo. Limite è la conoscenza e l’accettazione del corpo che mi è toccato sapendo che non posso buttarlo via, cambiarlo o sostituirlo perché non mi piace ma che esiste la possibilità di poter crescere insieme a lui valorizzando quello che già sono o le mie capacità residue nel caso della disabilità. Questa scoperta diffonde sempre enorme piacere nel gruppo di danza e apre paesaggi sconfinati di espressività e quindi, ancora una volta dimostra che il “limite” si può spostare

… ma, in pratica cosa avviene in un incontro di Danza Creativa quando si lavora il “limite”?

Nella danza tutto passa per il corpo se no non è verità, per fare un esempio è come quando nei neonati la percezione del mondo esterno passa principalmente attraverso la bocca. Esistono moltissimi tipi di “limite” a cui il conduttore può ricorrere per sperimentare la sensazione di “non potere andare oltre”. Il più comune è il pavimento. Un lungo e profondo lavoro a terra accompagnato da una musica che infonda sicurezza al corpo, che lo contenga in un movimento lento (perchè il “limite” è lento!) può far comprendere al corpo che “non potere andare oltre” è una limitazione ma è anche una sicurezza. Il contatto con la terra definisce le forme e il peso del propio corpo accolto dentro a uno spazio protetto e a un contesto giocoso, il gruppo, dove ciascuno può sperimentare i movimenti cha già conosce affermando quello che già sa. Con il passare del tempo nasce la necessità e l’intuizione ad andare oltre, la fiducia si consolida ed il corpo si sente più libero, può andare alla ricerca di movimenti sempre nuovi, fino ad arrivare all’improvvisazione che nella Danza Creativa è la cosa più appagante.

… quindi che obiettivi ha nella Danza Creativa il lavoro sul “limite”?

E’ un circolo : il primo obiettivo è la percezione del contatto con una superficie solida che non si muove, come il pavimento, la parete, la sedia, che mi dà sicurezza e contenimento. Poi può arrivare “il limite” di un materiale esterno come può essere il colore di un tessuto che vuole danzare con me o la rigidità di una canna di bambù che non ha ancora imparato a muoversi. Con il passare della paura dovuta a non saper cosa fare con il corpo, arriva il “limite” interno, cioè il territorio delimitato dal confine della propria pelle. “Limite” può essere anche il ritmo incalzante della musica che mi sorprende e scatena i miei movimenti senza permettermi di rimanere statico, o di una melodia che mi lega indissolubilmente al suono della sua continuità. La scoperta del “limite”, poi, rappresentato dal corpo dell’altro, o dall’incontro con il mio spazio di danza che non è lo spazio di danza dove il mio compagno può esprimersi liberamente; anche lo sguardo è un limite, uno dei limiti più grandi! In tappe più avanzate del lavoro, quando il corpo ha preso confidenza con questa parola, “limite”, i piccoli danzatori non hanno più paura, il corpo sa già perfettamente che l’obiettivo principale si è trasformato. Ora la sfida è evitare la ripetizione! Allora può avvenire che il bambino, oramai maturo nel padroneggiare il movimento unico che lo contraddistingue, sposti la ricerca della sensazione di sicurezza che il corpo trovava nella reiterazione delle stesse sequenze motorie, alla ricerca di sicurezza dentro il “limite” che gli appartiene. Al termine del “viaggio” la fine coincide con l’inizio, con il ritorno a casa per ritrovare la fiducia nella terra, ripartendo da dove aveva cominciato. Come ho già detto, è un circolo.

… e che dire degli strumenti per raggiungere tali obiettivi?

La danza che diventa danza creativa; e il gruppo: tutto è possibile per il gruppo!

Danza Creativa, valentina vano, Maria Fux, danzaterapia

Marìa Fux

Per informazioni generali:


Valentina Vano,
Danzaterapia & Movimento Creativo
Milano, MI, Italy
tel: 339.4805.033


SITO WEBwww.metodomariafux.com


E-MAIL: valentinavano@hotmail.com


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